I glitter sono quei piccoli frammenti di plastica e alluminio che rendono brillanti e scintillanti molti prodotti, come cosmetici, giocattoli, biglietti di auguri e decorazioni natalizie. Ma sono anche una fonte di inquinamento da microplastiche, ovvero particelle sintetiche di dimensioni inferiori a 5 mm che si disperdono nell’ambiente e possono avere effetti negativi sulla salute degli ecosistemi e degli esseri umani. Per questo motivo, l’Unione Europea ha deciso di vietare la vendita di prodotti contenenti glitter e altre microplastiche aggiunte intenzionalmente, a partire dal 15 ottobre 2023. Vediamo nel dettaglio cosa prevede la nuova normativa e quali sono le sue implicazioni.
La direttiva UE sulle microplastiche
La direttiva UE sulle microplastiche è il Regolamento (UE) 2023/2055 della Commissione, che modifica l’Allegato XVII del regolamento REACH, il principale strumento normativo che regola la registrazione, l’autorizzazione e la restrizione delle sostanze chimiche nell’Unione Europea. Il regolamento è entrato in vigore il 17 ottobre 2023 e si applica a tutti i prodotti che contengono microplastiche aggiunte intenzionalmente o sostanze chimiche pericolose per la natura. L’obiettivo è ridurre la dispersione di microplastiche nell’ambiente di almeno il 30% entro il 2030, impedendo il rilascio di circa mezzo milione di tonnellate di microplastiche.
La direttiva si basa su una proposta dell’Agenzia europea per le sostanze chimiche (ECHA), che ha evidenziato i rischi delle microplastiche per l’ambiente e la salute umana. Le microplastiche, infatti, non si degradano facilmente e possono essere ingerite o inalate da organismi viventi, accumulandosi nella catena alimentare e potenzialmente causando danni a livello cellulare, ormonale e immunitario. Inoltre, le microplastiche possono trasportare sostanze tossiche, batteri e virus, aumentando il rischio di contaminazione e infezione.
I prodotti interessati dal divieto
Il divieto riguarda tutti i prodotti che contengono microplastiche aggiunte intenzionalmente, ovvero non risultanti da un processo di degradazione o di usura, bensì inserite nella formulazione o nella composizione del prodotto per ottenere una certa funzione, proprietà o effetto. Tra questi prodotti rientrano, ad esempio, i cosmetici come gli smalti, gli ombretti, i prodotti per capelli contenenti glitter o microsfere esfolianti, che sono tra i principali responsabili del rilascio di microplastiche nelle acque reflue e nei corsi d’acqua. Inoltre, vi sono i detergenti e gli ammorbidenti da bucato, che includono microplastiche per conferire profumo, colore o morbidezza ai tessuti e contribuiscono all’inquinamento delle acque e dei suoli. Ancora, rientrano i materiali granulari per le superfici sportive artificiali, come l’erba sintetica, il tartan o la gomma, principale fonte di microplastiche disperse massicciamente nell’ambiente, con impatto negativo sulla biodiversità e sulla qualità dell’aria. Infine, anche i fertilizzanti, i prodotti fitosanitari, i prodotti per la profumazione dell’aria, i giocattoli, i kit per lavori artistici e le decorazioni contenenti microplastiche sono interessati dal divieto.
Per alcuni di questi prodotti, il divieto è immediato, mentre per altri sono previsti periodi transitori da 3 a 8 anni, per consentire ai produttori di adeguarsi alle nuove norme e di riformulare i propri prodotti con alternative più sostenibili. Esistono anche alcune eccezioni, ad esempio per le microplastiche che non vengono rilasciate nell’ambiente o che sono permanentemente incorporate in una matrice solida durante l’uso finale previsto.
Le alternative ai glitter e alle microplastiche
Esistono diverse alternative ai glitter e alle microplastiche che possono essere di origine naturale, biodegradabile o riciclata. Ad esempio, ci sono i glitter biodegradabili, composti da materiali naturali come la cellulosa, l’amido, l’alginato o la gelatina, che si degradano in acqua o in compost e sono disponibili in vari colori e dimensioni per essere utilizzati nei cosmetici, nei giocattoli e nelle decorazioni. Inoltre, ci sono le microsfere naturali, estratte da piante, alghe, frutti o semi, che hanno proprietà esfolianti, abrasive o riempitive e sono biodegradabili e non tossiche, per cui possono essere impiegate nei cosmetici, nei detergenti e nei prodotti per la cura della persona. Infine, ci sono i materiali riciclati, ottenuti da scarti di plastica o di altri materiali, che possono essere riutilizzati per creare nuovi prodotti, riducendo così il consumo di risorse e il rilascio di rifiuti, e che trovano applicazione nelle superfici sportive artificiali, nei fertilizzanti e nei prodotti per la profumazione dell’aria.
L’importanza di una scelta consapevole
Il divieto dei glitter e delle microplastiche aggiunte intenzionalmente è un passo importante verso una maggiore tutela dell’ambiente e della salute, ma non è sufficiente a risolvere il problema dell’inquinamento da microplastiche, che ha molte altre fonti e cause. Per questo, è necessario che anche i consumatori facciano una scelta consapevole e responsabile, evitando di acquistare e di usare prodotti che contengono microplastiche o che ne generano con l’usura o la degradazione, come i tessuti sintetici, le bottiglie di plastica o le buste di plastica. Inoltre, è importante che i consumatori si informino sulle etichette e sulle certificazioni dei prodotti, per verificare la presenza o l’assenza di microplastiche e di altre sostanze nocive, e che preferiscano prodotti naturali, biodegradabili o riciclati, che abbiano un minore impatto ambientale. Solo così si potrà contribuire a ridurre l’inquinamento da microplastiche e a proteggere il nostro pianeta e la nostra salute.
Potrebbe anche interessarti il nostro articolo che ti spiega come capire la scadenza dei cosmetici.