Per un qualsiasi adolescente di oggi questa storia potrebbe sembrare assurda e sconvolgente eppure accadeva solo 65 anni fa nei ‘civilissimi’ Stati Uniti. Era il 1957 e per la prima volta degli studenti di colore poterono accedere alle scuole all white. 9 ragazzi su 1900 nella scuola di Little Rock in Arkansas. Una, Dorothy Counts, al liceo Harding High di Charlotte in Carolina del Nord. La sua camminata e il suo sguardo fiero nonostante le umiliazioni hanno fatto la storia e segnato per sempre un paese che oggi si dichiara essere il più libero al mondo.
La segregazione razziale negli Stati Uniti
3 anni prima dell’ingresso di Dorothy Counts al liceo di Charlotte la Corte Suprema degli Stati Uniti aveva dichiarato le scuole segregazioniste non costituzionali. Lo erano per Washington ma la realtà del paese era ben diversa. La vita dei cittadini americani di colore era ancora estremamente limitata e la vicenda che ha consegnato l’allora 15enne Dorothy Counts alla storia ne è la prova.
È la mattina del 4 settembre 1957 ed è in corso la cerimonia d’inaugurazione del nuovo anno scolastico nel liceo Harding High. Nell’aria c’è uno strano clima di tensione, gli studenti sono indignati. Sì perché tra loro per la prima volta c’è una ragazza di colore. Viene accolta da risate, commenti irripetibili, sputi e lanci di sassi. Ma lei è lì con uno sguardo degno di una donna matura e senza paura. Quegli occhi e la sua camminata fiera verso l’ingrasso della scuola verranno immortalati da giornalisti e fotografi, trasformando una giornata qualunque in un fatto storico che ha cambiato profondamente l’America.
Dorothy Counts, 1ère femme noire (lycée Haary Hardind-Caroline du nord réservé aux blancs) prise à parti ? pic.twitter.com/BtF2hhNiRP
— Andy ????? (@__Charbon__) August 8, 2016
Dorothy Counts al liceo Harding High
Gli scatti di Don Sturkey, fotografo del Charlotte Observer, hanno fatto il giro del mondo. Ma Dorothy Counts, prima ragazza afroamericana ammessa in un istituto per soli bianchi, non avrà vita facile. Dopo soli 4 giorni, durante i quali subì ogni tipo di sopruso e vessazione nell’indifferenza più assoluta dei professori, lasciò la scuola.
Persino i familiari ricevettero minacce, chiamate anonime e la macchina di suo padre venne distrutta. È proprio quell’uomo a mettere fine a queste violenze, con una conferenza stampa che decreta il fallimento di un’intera città, di un’intero stato. “È con compassione per la nostra patria e per l’amore di nostra figlia Dorothy che abbiamo preso la decisione di non farle più frequentare la Harding. Pensavamo di poterle farle frequentare la scuola, ma purtroppo lì non è protetta, né dagli insulti né da gesti di violenza fisica, come invece ci era stato garantito dalla scuola stessa” dichiarerà il padre.
Dorothy Counts oggi
“Ricorda tutto quello che ti è stato insegnato. Affronta le avversità a testa alta. Non sei inferiore a nessuno” le aveva detto il padre quella mattina del 4 settembre 1957 e così fu. Dopo l’abbandono del liceo di Charlotte, Dorothy Counts proseguì gli studi in Pennsylvania dove si laureò.
Le foto che immortalarono quel giorno, non fecero solo il giro del mondo. Uno dei fotografi, Douglas Martin, vincerà il World Press Photo of the Year del ’57, cristallizzando nella mente di tutti la potenza di quella ragazzina circondata da una ressa di coetanei che le sputano addosso.
DOROTHY COUNTS 1957 photo by Douglas Martin. Une des première noire dans un “lycée blanc” elle tiendra 4 jours. pic.twitter.com/ojHIl6bS2o
— Anne-Claire (@anneclr_) August 2, 2016
Nel 2008 la Harding High School le conferì il diploma ad honorem e nel 2010 ricevette le pubbliche scuse di un uomo che, nel 1957, fu tra gli studenti che la insultarono durante l’ingresso a scuola. E fu proprio in quell’occasione che Dorothy Counts disse: “La Harding ha cambiato la mia vita, certo. Ma l’ha cambiata in positivo perché, dopo quel che mi è successo, ho promesso a me stessa di impegnarmi affinché ciò non accadesse ad altri ragazzi.”
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