Il momento della nanna…che fantastico momento! Riposo per i piccini e relax per gli adulti. Arriva l’inverno e subito corriamo a fare il cambio dell’armadio e delle coperte del letto. Dormire sotto un piumino caldissimo è un “sogno” quando fuori le temperature iniziano a scendere. Ma siamo davvero convinti che dormire al caldo faccia bene. L’esempio che lo smentisce completamente è quello dei paesi nordici, dove i bambini molto piccoli dormono all’aperto durante le ore più calde dei giorni invernali.
La teoria
Appena arrivano i primi freddi tutte a coprire i propri figli. Imbacuccati come se dovessero andare in montagna, ma farà bene? Le freddolose avranno sicuramente qualcosa da ridire, ma i pediatri lo confermano: far dormire i bambini al freddo aiuta il sistema immunitario. Il grande esempio sono i paesi dell’estremo nord dell’Europa. Infatti, nel nord è molto diffusa la tendenza di far fare la nanna ai propri pargoli a temperature molto rigide: fino ai 10-15 gradi sotto lo zero. Questa teoria di dormire all’aperto fu elaborata dal pediatra finlandese Arvo Ylppö e successivamente introdotta come pratica immunitaria fin dagli anni Venti. Infatti, all’inizio del ’900 questa permise di ridurre la mortalità infantile in modo decisamente drastico.
I benefici
Come ben sappiamo, la vitamina D prodotta durante l’esposizione ai raggi solari è il primo vero antidepressivo naturale e aiuta a sviluppare le difese immunitarie. Quindi, anche se d’inverno il sole scarseggia, è preferibile che i bambini passino il più lungo tempo possibile all’aperto, anche con temperature rigide. Del resto lo dicevano sempre anche le nostre nonne di andare a giocare fuori al freddo! Infatti, secondo i medici, aiuta il corpo ad abituarsi alle variazioni repentine delle temperature. In paesi in cui si sfiorano i -27°, i genitori fanno dormire all’aperto anche bimbi molto piccoli, fino a due settimane di vita. È ovvio che tutto ciò avvenga sempre sotto l’attento controllo dei genitori e in un periodo di tempo calcolato.