Il momento della gravidanza può essere vissuto come pura gioia dalle future mamme. Talvolta, però, vedere il proprio corpo che cambia potrebbe portare all’insorgenza di alcuni problemi, soprattutto dal punto di vista alimentare.
I pasti possono diventare momenti di vera e propria agitazione, dal punto di vista psicologico, rischiando di portare facilmente allo sviluppo di scompensi alimentari come la pregoressia. Siamo abituati a sentir parlare di anoressia e bulimia, che sono ufficialmente riconosciute dal DSM-5 (uno dei più importanti manuali diagnostici sui disturbi mentali), ma ne esistono molti altri, altrettanto pericolosi.
Uno di questi, legato al parto, è la pregoressia. Cerchiamo di capire cos’è e come riconoscerla, per superarla al meglio!
Cos’è la pregoressia
Il termine pregoressia arriva dall’unione delle due parole inglesi pregnancy e anorexia, ovvero gravidanza e anoressia, come dichiara Stefano Erzegovesi, primario del Centro per i Disturbi Alimentari dell’IRCCS San Raffaele di Milano a FanPage. Si verifica esclusivamente durante la gravidanza, quando la donna avverte il cambiamento del suo corpo, derivato dallo sviluppo del feto, come un problema.
Si manifesta con una forte ossessione per il proprio peso, che va ad incidere sulle abitudini alimentari, modificandole drasticamente. Chi ne soffre spesso si trova a dover fronteggiare anche sbalzi di umore, angoscia, repulsione verso alcuni cibi, principalmente durante i pasti.
Differenze con bulimia e anoressia
Come detto, la pregoressia non è ancora classificata come disturbo alimentare nei testi specialistici, ma ne soffre un numero sempre più crescente di donne.
Il DSM-5 riconosce principalmente l’anoressia e la bulimia, rispettivamente il rifiuto per il cibo e le abbuffate seguite da episodi di vomito autoindotto.
La pregoressia differisce da queste patologie esclusivamente per il fatto che si presenta durante la gravidanza. Comporta infatti, similmente ad anoressia e bulimia, una sbagliata percezione della propria immagine e l’ossessione maniacale per il proprio peso.
Va notato anche come, se non si va ad agire sul disturbo per tempo, post parto potrebbe sfociare in uno degli altri due problemi.
Come superarla
Riconoscere la pregoressia è molto importante, così da andare ad agire sul disturbo ed evitare che abbia ripercussioni nel futuro, e sul bambino stesso. Una scorretta alimentazione, infatti, porta ad un’inadeguata assunzione per il feto dei nutrienti necessari.
Per diagnosticarla potrebbe bastare il medico di base o il ginecologo che segue la gravidanza. Potrebbe, però, essere necessario il supporto di uno psicologo per superarla al meglio. Infatti, i disturbi alimentari nascono come espressione di un disagio interno, spesso nascosto, come per esempio l’insicurezza di riuscire a gestire un bambino.
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