“Il dissidente De Falco spediranno al confino, ha detto che Di Maio gli ricorda Schettino”.
È questo lo slogan che recitava l’ultima maglietta sfoderata con fierezza da Gene Gnocchi durante il programma di La7 “DiMartedì”. Il comico conduce, infatti, all’interno del programma, una “rubrica” in cui mostra delle t-shirt che vanno a colpire di volta in volta questo o quell’altro politico. Una trovata simpatica e soprattutto efficace: in rete si fa un gran parlare delle “magliette di Gene Gnocchi”. Ma la nascita della “t-shirt politica” risale a molto prima: erano gli anni ‘80 quando la stilista inglese Katharine Hamnett, per denunciare il sempre maggiore inquinamento ambientale, indossò due maglie che recitavano gli slogan “No More Fish in the Sea?” (Niente più pesci nel mare?) e “Save The World” (Salviamo il mondo). Maglie indossate, durante il loro tour, anche dagli Wham!, che le fecero diventare veri e propri articoli di moda.
Ma la nascita delle t-shirt come veicoli di un messaggio più in generale risale addirittura agli anni ’70, quando Milton Glaser creò il marchio “I love NY”, che anticipò tutte le magliette portate a casa dai propri viaggi come un souvenir.
Oggi, questa moda, è tornata prepotente a veicolare messaggi di qualsiasi tipo, aiutata da mezzi di diffusione quali la rete e i numerosi social.
Un altro esempio della forza che si può celare dietro questo semplice capo di abbigliamento ne è l’utilizzo che ne ha proposto Don Luigi Ciotti lo scorso luglio: “Una maglietta rossa per fermare l’emorragia di umanità”. Una t-shirt senza scritte, dunque, ma dal potentissimo potere veicolante un preciso messaggio: “restare umani” e fermare le numerosissime morti dei migranti in mare.
E ancora, Amnesty International ha appena chiuso un concorso per realizzare la nuova grafica delle magliette “per dire NO alla pena di morte”. Creativi, fumettisti e designer avevano tempo fino a settembre per proporre la loro idea.
E a proposito di idee, sicuramente ognuno di noi ha la sua; sicuramente ognuno di noi ha un messaggio importante da voler dare al mondo, e allora forse stamparlo su una t-shirt può essere proprio la soluzione giusta.
Ottenere delle t-shirt personalizzate, in fondo, è semplicissimo: bastano pochi click e sapersi districare tra l’enorme scelta di prodotti, marchi, taglie, colori e materiali. E si può vedersi recapitata a casa la maglietta che più sognavamo di avere, che può competere con quelle di Gene Gnocchi, Katharine Hamnett e Milton Glaser.
Per far girare un nostro personalissimo slogan, una frase, un modo di dire.
Oppure per tentare di lanciare un importante messaggio a tutto il mondo.