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Rimborso del quinto, i cittadini ne hanno diritto ma loro non lo sanno

Rimborso del quinto, i cittadini ne hanno diritto ma loro non lo sanno

Tante, sempre di più, le persone che hanno diritto a un rimborso da parte delle banche. Si tratta della cessione del quinto ed in particolare degli oneri non goduti quando il contratto viene estinto anticipatamente o rinnovato.  

Sono migliaia le persone che hanno ragione e che probabilmente non lo sanno. Il perché? Spesso i conti non vengono fatti nel modo giusto ed il cittadino si trova a perdere del denaro, suo, che viene trattenuto indebitamente dalla banca o dalla finanziaria che si è occupata di stipulare il contratto. 

Oggi la cessione del quinto rappresenta una scelta molto valida, sicura e conveniente per aprire un finanziamento che ha come caratteristica principale quella di essere a breve termine e con una rata fissa che viene prelevata mensilmente dalla pensione o dallo stipendio senza gravare eccessivamente sulle finanze del sottoscrivente. 

Quando un prestito per la cessione del quinto viene rinnovato o estinto anticipatamente l’istituto di credito al quale ci si è affidati è tenuto a calcolare per il sottoscrivente un “totalone finale” con il residuo da restituirgli. 

In questo calcolo, però, raramente la banca riconosce al cittadino quello che realmente dovrebbe rendergli, tanto che non vengono quasi mai considerati sia “gli oneri non goduti relativi alle commissioni che i premi assicurativi o le spese di istruttoria pagati in anticipo per la parte non ancora maturata”.  Una somma, dunque, non di certo indifferente che il sottoscrivente quasi mai riceve per intero e che, invece, ha diritto a ritirare. 

Rimborso del quinto, tutto quello che spetta ai cittadini 

spiegarlo è la voce di Paolo Chianta, fondatore di RDQ Consulting, la società che da più di cinque anni ormai si occupa di seguire e dare supporto ai cittadini, tramite assistenza legale e finanziaria, che si sono sentiti traditi ed ingannati dal proprio istituto di credito che non ha agito con correttezza e trasparenza. E così riscontrando delle anomalie contrattuali con diritto a dei rimborsi, cercano un vero esperto del settore che possa far valere le proprie ragioni. 

Proprio lui ci spiega che le persone che hanno diritto al rimborso della cessione del quinto, ad oggi, sono tantissime, sicuramente tutte quelle che prima del 2019 hanno rinnovato o estinto anticipatamente un contratto. 

Il 2019, infatti, è l’anno della sentenza, denominata Lexitor, della Corte di Giustizia Europea che si è pronunciata sul diritto dei consumatori ad un ulteriore rimborso della cessione del quinto nel caso di estinzione anticipata. La sentenza, infatti, ha finalmente fatto chiarezza sul fatto che ai costi recurring da rimborsare, che comprendono le spese legate alla durata del rapporto di credito, devono essere aggiunti anche quelli up front che abbracciano tutti gli adempimenti preliminari alla concessione del finanziamento e che prima della sentenza UE venivano rimborsati solo dopo la vittoria di lunghe e sofferte cause disputate con l’istituto di credito, motivo che faceva demordere la grande maggioranza dei consumatori. 

Ora tutto questo non è più necessario. Tutti coloro che negli ultimi 10 anni hanno estinto anticipatamente o rinnovato una cessione del quinto hanno diritto a questo tipo di rimborso per il semplice fatto che i costi up front non sono mai stati calcolati. È proprio questa la novità importante che le persone non sanno, motivo per il quale perdono l’opportunità di recuperare una somma che gli spetta di diritto. 

Rimborso del quinto, perché richiederlo 

Il rimborso del quinto, dunque, in seguito all’aggiornamento delle disposizioni europee recepite nel corso del 2020 anche in Italia, permette di recuperare una somma di denaro che ancora troppo spesso il cittadino non sa di poter riavere. Soldi che sono stati anticipati ma che con le condizioni specificate, secondo la legge, devono essere riconsegnati. 

Si tratta di “soldi propri trattenuti indebitamente dalle banche o dalle finanziarie e che proprio grazie alla sentenza devono essere restituiti – ha chiarito Paolo Chianta specificando che – il termine della prescrizione è pari a 10 anni dalla data di estinzione anticipata del contratto”

Ecco perché prima si richiede il rimborso e meglio è. Per esempio, ad oggi i contratti stipulati nel 2007, estinti dopo quattro anni (ovvero nel 2011) “sono ancora rimborsabili per tutto l’anno in corso” ha voluto precisare ancora il fondatore di RDQ Consulting. 

Rimborso del quinto, ecco come ottenerlo 

Richiedere il rimborso della cessione del quinto non è un’operazione difficile. Il cittadino non è chiamato, come spesso accade, ad affrontare un percorso lungo e complesso. “L’80% dei reclami infatti viene definito nel giro di 60 giorni lavorativi” ha chiarito Paolo Chianta che con la sua agenzia specializzata si occupa di tutto il percorso, facendo prima una perizia sulle pratiche per poi seguire la richiesta, l’analisi della procedura fino ad arrivare all’esito. 

“Al cittadino viene chiesto solo di firmare la modulistica necessaria e zero euro” ha aggiunto. Non serve dunque nessun anticipo per procedere alla richiesta di rimborso avendo, tra l’altro, grandi possibilità di ricevere la somma che non è stata mai versata dalla banca. 

Rimborso del quinto, in riscontri giuridici 

In Italia i cittadini stanno avendo sempre più riscontri positivi da parte della giustizia in merito al rimborso della cessione del quinto. Alla Lexitor, “madre di tutte le sentenze” come l’ha definita Paolo Chianta, si stanno accordando e riferendo i tribunali che, in diverse cause, hanno decretato vincitori i richiedenti rimborso

Anche l’ABF (arbitro bancario finanziario), organo sotto la vigilanza della Banca D’Italia, indica “migliaia di sentenze a favore del consumatore-cittadino nel rimborso di oneri non goduti sulla cessione del quinto” ha spiegato il fondatore dell’agenzia specializzata, precisando che le testimonianze di chi è riuscito ad ottenere il rimborso sono diverse ma ancora troppo poche rispetto a tutti quelli che ne hanno diritto. Nello stesso tempo i casi studio dimostrano come il rimborso sia a tutti gli effetti un diritto del cittadino. 

I buoni motivi dunque per richiedere il rimborso della cessione del quinto sono più di uno ed è giusto che questa possibilità venga data a tutti coloro che ne hanno i requisiti. 

Articolo in collaborazione con: RDQ Consulting