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Emanuela Orlandi: a 40 anni dalla scomparsa riaprono le indagini

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È il 22 giugno del 1983 quando Emanuela Orlandi, 15enne romana, scompare nel nulla. Si tratta di uno dei misteri irrisolti del nostro Paese tra i più controversi e nebulosi della cronaca. Nel corso di questi 40 anni, si sono aperte varie ipotesi e si sono seguite le piste più diverse ma a nulla sono servite. Ora, a pochi giorni dal quello che sarebbe stato il suo 55esimo compleanno, il caso Emanuel Orlandi verrà riaperto nella speranza che la verità possa finalmente emergere.

Come tutto è cominciato

Per capire meglio l’importanza che questo caso ha per l’Italia intera, occorre partire da come tutto è cominciato. Emanuela Orlandi nasce il 14 gennaio 1968 a Roma. Il padre lavora come commesso alla Prefettura della casa pontificia e per questo la ragazza, insieme ai genitori e i fratelli, vive in Vaticano. Ha una grande passione per la musica, tanto da frequentare la prestigiosa scuola di Sant’Apollinare, vicino al Senato della Repubblica. 

Nel pomeriggio del 22 giugno 1983, Emanuela esce di casa per andare a lezione di piano, flauto e solfeggio e non tornerà mai più a casa. L’ultima a sentirla è la sorella Federica che, contattata da una cabina telefonica, apprende che Emanuela è stata avvicinata da un uomo che le ha proposto una grossa somma di denaro (370mila Lire, circa 600 euro odierni) per un lavoro di volantinaggio di poche ore. Federica consiglia a Emanuela di tornare a casa e di parlarne prima con i genitori. Lei sembra capire, ma a casa non ci tornerà mai. Inizia così una storia fatta di voci mai confermate, ipotesi poco concrete ma soprattutto di tanti, troppi, misteri ancora oggi irrisolti.

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40 anni di ipotesi mai confermate

L’eco della scomparsa di Emanuela Orlandi ha avuto una risonanza nazionale sin dai primi giorni. Il fatto è accaduto entro le mura di Città del Vaticano e per questo, già nei primi giorni di luglio ’83, è Papa Giovanni Paolo II a intervenire, con un appello che rimarrà nella storia. Si aprono quindi diverse ipotesi e il caso viene seguito da tutti i media nazionali.

Si è pensato ad un rapimento per la richiesta di scarcerazione di Ali Agca, il turco ritenuto responsabile dell’attentato al Papa nell’82. Altri invece lo hanno collegato all’omicidio del banchiere Roberto Calvi e al fallimento del Banco Ambrosiano. Si è pensato al coinvolgimento della Banda della Magliana, al tempo organizzazione criminale estremamente potente della capitale. Si è inoltre indagato anche su un giro di pedofilia, ma nulla ha portato alla soluzione del caso.

Di Emanuela Orlandi o del suo corpo non c’è più traccia da ormai 40 anni. La famiglia, e in particolare il fratello Pietro, sta ancora lottando per la verità. Assistiti dalla legale Laura Sgrò, proprio in questi giorni hanno ottenuto la riapertura del fascicolo. Gli inquirenti hanno fatto sapere che le indagini verranno riaperte anche su un altro caso di scomparsa, quello della coetanea Mirella Gregori. Si cercherà di capire se davvero esiste una correlazione tra le 2 ragazze, come raccontato da diverse persone coinvolte nel caso. Ma soprattutto c’è grande attesa per capire se in Vaticano esiste davvero il dossier Orlandi”.

Perché il caso di Emanuela Orlandi è stato riaperto proprio ora?

Non è un caso l’inchiesta sulla scomparsa di Emanuela Orlandi sia stata riaperta proprio ora. Da settimane la vicenda era tornata sotto i riflettori grazie alla serie Netflix Vatican Girl. Lo scorso autunno, quando la piattaforma streaming l’aveva confermata, Pietro Orlandi aveva commentato: “Questa serie è importante anche perché è trasmessa in 160 paesi nel mondo, a milioni sapranno. Ho ricevuto messaggi di solidarietà dagli USA dal Sudamerica e pure dall’India. Il Vaticano so che è preoccupato per questo, sanno che non ci fermeremo mai finché la verità non verrà fuori.”

A questo si sono aggiunti l’appello di Papa Francesco e la sua precisa volontà di ricerca della verità e della trasparenza, ma soprattutto il contenuto del libro di monsignor Georg Gaenswein. In Nient’altro che la verità, l’ex segretario personale di Benedetto XVI parla di un misterioso dossier su Orlandi custodito in Vaticano. Anche se ora l’ecclesiastico nega l’esistenza di quel documento, il rumore intorno alla vicenda si è fatto troppo assordante per poter essere ignorato.

A pochi giorni da quello che sarebbe stato il 55esimo compleanno di Emanuela Orlandi, il promotore della Giustizia Vaticana Alessandro Diddi ha dato notizia della riapertura del caso. Se davvero quel dossier dovesse esistere, potrebbe determinare una svolta decisiva sul reale coinvolgimento dell’autorità cattolica. Tra le ipotesi più oscure infatti, raccontata da un’amica di Emanuela proprio nel docu-film, c’è ora anche l’interesse perverso per la ragazza di una persona vicina al Papa. Intanto, anche il governo ha deciso di avviare una commissione di inchiesta che indagherà sui casi di Emanuela Orlandi, Mirella Gregori e sull’omicidio di Simonetta Cesaroni.