Il recentissimo attentato terroristico a Bruxelles, costato la vita a 2 tifosi svedesi, giunti li per seguire la partita Belgio – Svezia, e allo stesso attentatore, Abdesalem Lassoued, ucciso idurante un’operazione di polizia, riacce i riflettori su una paura che sembrava sopita, superata.
La paura di camminare per strada, di prendere una metro affollata, di scegliere la prossima meta di viaggio: la paura di restare vittima di un attentato, del terrorismo fondamentalista.
Una paura che conosciamo bene, vissuta attraverso le immagini agghiaccianti del Bataclan nel 2015, l’attacco alla redazione del settimanale satirico francese ‘Charlie Hebdo‘ a Parigi nel 2015, il camion “impazzito” sul lungomare di Nizza, che provocò 86 morti (tra cui 6 italiani) e 434 feriti, la bomba al concerto di Ariana Grande a Manchester con 22 morti e 120 feriti, tra i quali anche adolescenti e bambini. La lista è lunga ed infernale, e ricordarla fa davvero molto male.
Siamo davvero dinuovo in quella situazione? Possibile che dopo i 2 anni di Covid, che, nel bene e nel male ha stravolto completamente le vite di tutto il mondo, bloccando persino gli attentati, ci si ritrovi nuovamente faccia a faccia con questo complesso problema politico e sociale?
Le tensioni a livello mondiale sono molteplici, dal conflitto russo-ucraino alla guerra isrlaelo-palestinese, sono tornate in tv immagini di morte, di famiglie distrutte, case bombardate, bambini vittime di crudeli giochi di potere. E ora questa paura torna a serpeggiare nelle nostre città, nelle capitali europee, dove nonostante tutto la vita va avanti, perchè è giusto che sia così.
Cosa fare quindi? Vivere nel terrore o continuare a godere di ogni singolo momento della nostra esistenza in modo fatalista?
Difficile dare una risposta che possa essere valida per tutti. Quello che è certo, è che nessuno può toglierci la voglia di sorridere, di fare esperienze, di vivere. Perchè questo è infondo il vero obiettivo di un attacco terroristico: annientare con la paura prima ancora che con le armi.
Probabilmente quindi l’unico modo che abbiamo per resistere e vincere questa paura è viverla: prestare attenzione, essere sensibili, informarsi. Ma non bloccarsi, mai. Perchè la vita va vissuta, e nessun attacco terroristico potrà mai toglierci la voglia e la gioia di godere appieno dei nostri diritti e della nostra libertà.