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Perchè lo spot “La pesca” dell’Esselunga sta facendo discutere

Perchè lo spot “La pesca” dell’Esselunga sta facendo discutere

È l’argomento del giorno: su quotidiani, social, tv, in radio non si fa altro che parlare dello spot dell’Esselunga “La pesca”, andato in onda su RAI1 qualche sera fa. Nel video vediamo una bimba di circa 5-6 anni, al supermercato con sua mamma, che si attarda a prendere una pesca. Seguono scene di momenti quotidiani condivisi con la mamma, con cui gioca, ride, vive. Ad un certo punto le vediamo salutarsi sulla porta, dove la bimba, con tanto di zainetto sulle spalle, incontra il padre. Fin qui tutto normale. La bimba entra in macchina e porge al suo papà un frutto, la famosa pesca acquistata poco prima in un negozio Esselunga. “Questa te la manda la mamma” sussurra la bambina sorridente al papà. Stacco. Il padre sorride, forse in modo un pò malinconico e ribadisce, “se me la manda la mamma allora dopo la chiamo per ringraziarla”. Qui di seguito trovate il video integrale condiviso sui profili social del supermercato più famoso del nord Italia.

Le polemiche su giornali e social

Sono bastati questi pochi – emozionanti (checché se ne dica) – frame, a scatenare il putiferio. Le chiavi di lettura sono due: c’è chi sostiene sia un j’accuse al divorzio, che causa solo infelicità nei figli di quelle coppie – e chi invece ritiene che sia una rappresentazione (finalmente!) diversa della famiglia.

Che siate del team A o del team B, la verità è che poco importa. Quello che conta davvero è che questo spot sia riuscito a far discutere, a far parlare di un brand che non ha una diffusione nazionale, al punto che anche la premier Giorgia Meloni (e molti altri) ha postato il suo parere in merito.

Molto c’è da dire sulla stereotipizzazione della realtà perpetrata da sempre dalla pubblicità, lo strumento per eccellenza dell’economia contemporanea. Non dimentichiamo che obiettivo di uno spot non è spiegare la realtà, nè tantomeno rispecchiarla. Lo spot deve vendere, lo spot deve piegarla quella realtà a scopi commerciali, a favore del brand, a sostegno del business dello stesso.

Aspettarsi verità, equità e sensibilità è quanto di più lontano dal sistema comunicazione nelle mani di brand commerciali, soprattutto in Italia.

Diversamente c’è da chiedersi: com’è possibile che le donne protagoniste delle pubblicità siano sempre tutte spensierate e canterine? Anche quando puliscono il bagno o hanno il ciclo. Quante sono davvero le famiglie che tutte le mattine si siedono intorno ad un tavolo per fare una ricca e placida colazione senza l’ansia del traffico o del ritardo costante a scuola e in ufficio? Quanti sono i nonni infelici, soli, e mai realmente impegnati in attività gratificanti che siano diverse dal dover preparare un piatto di lasagne ai propri nipoti? Possibile che mai una persona diversamente abile possa essere presente in queste famiglie protagoniste delle pubblicità?

O davvero crediamo che le merendine siano prodotte fra api svolazzanti e fiorellini profumati?

Il problema di fondo sta probabilmente nel pretendere che uno strumento di vendita possa essere imparziare, obiettivo, sincero.

La pubblicità dell’Esselunga ha come obiettivo quello di comunicare a tutti i suoi spettatori che la spesa in uno dei suoi punti vendita è disponibile per tutti. Famiglie felici, coppie separate, bimbi famelici o bambine malinconiche. Per tutti loro c’è una pesca (e molto altro). Ovviamente da comprare.

E voi, cosa ne pensate di questo spot?