Nella serata del 13 aprile 2022, dopo una lunga malattia, si è spenta Letizia Battaglia. Famosa in tutti il mondo per esser la “fotografa della mafia“, Letizia Battaglia è stata e rimarrà per sempre un grande esempio per tutte le donne. La sua infatti è una storia di riscatto, di passione e di forza. Una donna che non ha mai smesso di guardare il mondo attraverso gli occhi e l’entusiasmo di una bambina.
L’inizio della carriera di Letizia Battaglia: una storia di riscatto
Nata a Palermo il 5 marzo 1935, Letizia Battaglia inizia a costruire la sua carriera in età già avanzata, a 38 anni, dopo aver avuto la forza di emanciparsi da un matrimonio soffocante. A soli 16 anni infatti si sposa con l’allora 22enne Franco Stagnitta, dal quale ha 3 figlie. Inizialmente il matrimonio le permette di sfuggire all’incombenza di un padre padrone ma, ben presto, si rende conto di esser passata da una gabbia a un’altra.
In un’intervista rilasciata a Vanity Fair qualche anno fa aveva infatti raccontato: “Per l’opinione pubblica mio marito mi amava molto, però era un amore limitato: non pensava che era meglio che io studiassi, lavorassi, anziché stare lì senza far niente […] Non era cattivo, però cercava una mogliettina che cucinava e metteva il sale bene sulle cose. Non mi voleva male, mi voleva tutta per sé.”
Dopo aver iniziato a lavorare come fotografa per il quotidiano siciliano L’Ora, unica donna della redazione, capisce ben presto che per realizzarsi completamente sarebbe stato necessario un distacco. Nel 1970 si trasferisce a Milano per iniziare a collaborare con diverse testate e, a 38 anni, decide di lasciare il marito.
I divorzio è burrascoso. Franco Stagnitta arriva persino a spararle quando la scopre con un altro uomo. Malgrado ciò, Letizia Battaglia non arretra mai, neanche di un passo. Continua a costruire la sua carriera, scatto dopo scatto, tornando periodicamente nella sua amata e controversa Palermo, simbolo di violenza e cultura e anche fonte inesauribile di energia vitale.
Gli scatti più significativi di Letizia Battaglia
Nel 1974, tornata a Palermo per fondare, insieme a Franco Zecchin, l’agenzia Informazione fotografica, si ritrova a documentare l’inizio degli anni di piombo della sua città. I suoi sono scatti crudi e capaci di scuotere le coscienze. Il 6 gennaio 1980 è la prima fotoreporter a giungere sul luogo in cui viene assassinato Piersanti Mattarella, fratello dell’attuale Presidente della Repubblica. Il suo scatto che ritrae Sergio Mattarella mentre cerca di soccorrere l’ormai esanime fratello ha fatto storia.
Il suo repertorio però non si limita alla cronaca nera. Tra i soggetti più amati di Letizia Battaglia ci sono anche i bambini e le donne, le scene di vita quotidiana, la strada e la sua brulicante energia. Ed è proprio dello stesso anno una delle foto più significative della sua carriera. La bambina con il pallone, ritratta nel quartiere palermitano della Cala di Palermo, fa il giro del mondo e ne consacra la carriera. Da quel 1980 infatti, Letizia Battaglia entra nell’Olimpo dei fotoreporter di fama internazionale.
La fotografa palermitana è stata la prima donna europea a ricevere il Premio Eugene Smith nel 1985, ex aequo con l’americana Donna Ferrato, a New York, riconoscimento internazionale istituito per ricordare il fotografo di Life. Ha inoltre partecipato a numerosissime mostre, workshop e interviste. Anche dopo l’arrivo della malattia e il sopraggiungere della pandemia di Coronavirus, Letizia Battaglia non ha mai smesso di lavorare e di essere attiva sia dal punto di vista artistico che politico e sociale.
L’eredità di Letizia Battaglia per tutte le donne
Al di là del valore artistico e documentaristico dei suoi scatti, ciò che ha reso speciale Letizia Battaglia è l’umanità e la forza. La fotoreporter è considerata una delle figure più rivoluzionarie della sua città e la sua storia rimarrà un esempio di emancipazione per tutte le donne.
Intervistata nel 2020 da Donna moderna, aveva detto, riferendosi alle donne: “Ho molta fiducia, oltre che solidarietà, verso di loro. C’è un mondo che sta andando sottosopra, dal punto di vista ambientale e politico. È gestito in modo violento, molto maschile. Ecco, noi donne abbiamo il dovere, non il diritto ma il dovere, di metterci in gioco, di andare ad amministrare le cose, di non far sciogliere i ghiacciai, di esserci. Credo che gli uomini, da soli, non ce la facciano. Ed è giusto che non ce la facciano, perché noi siamo l’altra parte del mondo: dobbiamo governare insieme.”
Ora che a 87 anni ci ha lasciati, di lei resta la potentissima storia, gli scatti e i documentari che la raccontano. Tra questi ricordiamo Shooting the mafia del 2019, Letizia Battaglia – Amoreamaro di Sky Arte e la mini serie Solo per passione – Letizia Battaglia fotografa di Rai Fiction per la regia Roberto Andò, con Isabella Ragonese protagonista, che andrà in onda il prossimo 22 e 23 maggio su Rai 1.
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