Il video, realizzato dalla BBC con l’importante collaborazione dell’attrice Tracey Ullman, è arrivato anche in Italia per far discutere. Provocatorio e appositamente cinico, lo sketch prende di mira tutti quei commenti banali che “spuntano” davanti a fatti di cronaca che vedono come protagoniste le donne in quanto vittime di stupro. Primo fra tutti, il classico “Se l’è cercata“.
Il video
Un uomo in giacca e cravatta siede a un tavolo, visibilmente sotto shock. Dal dialogo con il detective, donna, che lo interroga, si comprende che l’uomo è appena stato aggredito e derubato. L’agente, spalleggiata da un’altra collega, invece di ricercare indizi per catturare il malvivente indaga invece sulla vittima. Soprattutto sull’abbigliamento di quest’ultima che risulta “piuttosto provocatoriamente benestante“. Insomma, le affermazioni delle due agenti lasciano intendere che il derubato sia il colpevole, colpevole di aver “attratto” l’aggressore, di essersi messo lui, con il suo bel completo, nella pericolosa condizione di essere derubato. La scena diventa addirittura tragicomica quando all’uomo viene chiesto se fosse ubriaco, poiché “in tal caso avrebbe inviato dei segnali confusi” oppure se avesse gridato, visto che non si può “sapere che non stia gradendo consegnare i suoi averi se non rende chiare le sue intenzioni“.
Contro qualsiasi giustificazione della violenza
Un’aggressione non è paragonabile a uno stupro, come in molti hanno commentato, ma il video coglie nel segno. Quelle domande inquisitorie, quei giudizi mascherati sotto il velo della pietà sono gli stessi che si sono sentiti rivolgere ragazze e donne, vittime non solo di una violenza sessuale ma anche del moralismo delle persone che si sono permesse di giustificare un atto brutale e, in qualunque caso, da condannare.
Guarda il VIDEO:
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