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Che cos’è il reato di stalking e come viene perseguito nel nostro Paese?

Che cos’è il reato di stalking e come viene perseguito nel nostro Paese?

Lo stalking è un fenomeno di molestia reiterata, persecuzione o violazione della privacy sempre più diffuso nella società contemporanea, che può avere gravi conseguenze sulla vita quotidiana delle vittime coinvolte. In Italia, questo comportamento è considerato un reato e viene perseguito dalla legge sin dal 2009. È necessario continuare a lavorare per combattere questo fenomeno e garantire la sicurezza e il benessere delle vittime, poiché, purtroppo, si tratta di comportamenti ancora molto diffusi.

Che cos’è lo stalking

Secondo l’enciclopedia Treccani, parlando di “stalking” (dall’inglese “to stalk”, ossia “camminare furtivamente”) ci si riferisce a un “comportamento persecutorio tenuto da un individuo (stalker) che impone alla sua vittima attenzioni non gradite che vanno dalle telefonate, lettere, sms, fino ad appostamenti, minacce, atti vandalici e simili”. Si tratta dunque di una forma di molestia persistente e ossessiva, con azioni che mirano a intimidire e controllare la vittima e che finiscono per causare un grave disagio psicologico e fisico nella persona che le subisce. Non è inusuale, inoltre, che lo stalking apra la strada a un comportamento di tipo più violento.
Nonostante possa essere perpetrato da entrambi i sessi, è stato dimostrato come questo fenomeno riguardi più spesso la parte maschile coinvolta come stalker e quella femminile come vittima. Secondo un’indagine Istat del 2016, il 21,5% delle donne italiane tra i 16 e i 70 anni ha subito comportamenti persecutori da parte di un ex partner, mentre il 10,3% lo ha subito da altre persone non spinte dalla conclusione di una relazione.

La legislazione italiana

In Italia, lo stalking è considerato un reato, introdotto nel 2009 con la legge n. 38. Secondo questa normativa, che reca la dicitura “Il delitto di atti persecutori”, lo stalking è definito come “un insieme di condotte vessatorie, ripetute e sistematiche, che pongono in grave e ingiustificato allarme la persona offesa“. La legge prevede pene severe per i colpevoli, come la reclusione da sei mesi a quattro anni salvo alcune aggravanti: la pena, infatti, è aumentata fino a un terzo se “il fatto è commesso dal coniuge legalmente separato o divorziato ovvero da persona che sia stata legata da relazione affettiva con la persona offesa” oppure è aumentata della metà se è commesso “in danno di un minore; in danno di una donna in stato di gravidanza; con armi o da persona travisata; in danno di una persona disabile”.
Un altro aspetto importante di questa legge è che la vittima possa richiedere un provvedimento di protezione, così da impedire al molestatore di avvicinarsi o comunicare con essa. Questo provvedimento può essere richiesto presso il tribunale e può essere accompagnato da altre misure di protezione, come l’assegnazione di una casa protetta o l’accompagnamento da parte delle forze dell’ordine.

Le conseguenze dello stalking

Perseguire il reato di stalking è il primo passo per combattere questo comportamento molesto e reiterato e cercare di garantire alle vittime una vita lontana dagli effetti negativi che episodi legati alla persecuzione possono provocare. Le conseguenze che si riscontrano nelle vittime di stalking, infatti, sono talvolta devastanti e impediscono a esse di vivere normalmente. Gli stati d’animo più frequenti che tali comportamenti provocano sono paura e ansia costanti, ma i risvolti possono essere ben più gravi. Le vittime arrivano a subire danni psicologici significativi come depressione, disturbi d’ansia e disturbi post-traumatici da stress. In alcuni casi, lo stalking può portare alla violenza fisica come molestie sessuali, abusi, aggressioni, segregazioni e, addirittura, alla morte della vittima. Si riesce a comprendere bene, dunque, come questo fenomeno sia anche strettamente collegato a quello del femminicidio e alla violenza di genere. Non è raro, infatti, che le stesse vittime di femminicidi fossero prima di tutto vittime di stalking da parte di un ex partner con comportamenti morbosi e tossici.

L’importanza di denunciare

Purtroppo, capita spesso che le vittime – come nelle violenze sessuali – non denuncino i casi di stalking per paura di ritorsioni, per impossibilità vera e propria o per mancanza di fiducia nel sistema giudiziario. Risulta dunque fondamentale sensibilizzare l’opinione pubblica su questo problema e promuovere una cultura di rispetto, partendo dai sistemi educativi primari ed evitando di sminuire la questione quando questa si presenta vicino a noi o sui media.
A proposito della denuncia, in Italia è stato istituito un numero verde nazionale, il 1522, che offre supporto e consulenza alle vittime di stalking. Questo servizio è attivo 24 ore su 24 e permette alle persone perseguitate di ricevere informazioni sulle misure di protezione disponibili e di segnalare i casi di stalking alle autorità competenti. Inoltre, il numero consente di avere assistenza psicologica e giuridica, oltre a mettere in contatto la persona con i centri antiviolenza più vicini nel territorio di residenza.