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Tipologie di violenza sulle donne: un’analisi delle forme e degli effetti

Donna vittima di violenza

La violenza sulle donne è un fenomeno complesso e capirne le tipologie può aiutare a contrastarne la diffusione. L’ONU definisce la violenza contro le donne come “qualsiasi atto di violenza fondata sul genere che comporti, o abbia probabilità di comportare, sofferenze o danni fisici, sessuali o mentali per le donne, incluse le minacce di tali atti, la coercizione o la privazione arbitraria della libertà, sia che si verifichi nella sfera pubblica che in quella privata”. Le sue declinazioni sono dunque molteplici e saperne riconoscere le caratteristiche è il primo passo per porre fine a questo fenomeno sociale.

Violenza fisica

Tra le tipologie di violenza sulle donne, quella fisica è forse la più facile da riconoscere, seppur talvolta possa essere nascosta dalle vittime stesse. Si parla di comportamenti violenti da parte di un partner, ex partner, familiare o comunque persona presente nella quotidianità della vittima, comportamenti che si traducono in manifestazioni come spinte, schiaffi, pugni, lesioni e abrasioni superficiali, fino ad arrivare a ferite, fratture e gesti estremi che possono portare la vita della vittima in uno stato di grave pericolo. Secondo i dati di Donne in Rete contro la violenza del 2020, la violenza fisica è la seconda forma più frequente di abuso (al 60% dei casi).
Purtroppo, questo tipo di violenza, cioè l’assoggettamento fisico, può sfociare nel vero e proprio femminicidio, quindi all’omicidio della vittima per motivi di discriminazione di genere.

Violenza psicologica ed emotiva

La violenza fisica è frequentemente connessa a quella psicologica. La prima, infatti, è spesso preceduta da comportamenti intimidatori e che tendono a sminuire l’identità della vittima, per renderla vulnerabile, assoggettata, dipendente dal suo aguzzino. Si parla di abuso verbale, isolamento, controllo, minacce, attraverso limitazioni della propria libertà, attacchi di gelosia, umiliazioni, denigrazione e sopraffazione di diverso genere.
Le tipologie di violenza psicologica sulle donne sono talmente tante e variegate che, sempre secondo il report di D.i.Re, sono la prima forma di violenza per diffusione, con percentuali che toccano il 77% delle donne prese in oggetto.
Altri esempi di questa violenza sono il gaslighting (una manipolazione che cerca di far dubitare la vittima della propria memoria e percezione attraverso notizie false), il controllo finanziario, la manipolazione delle emozioni.
Questo può portare la vittima a essere sopraffatta, a isolarsi da famiglia e amicizie, a dubitare di se stessa e autosabotarsi, a non riuscire ad essere indipendente e prendere decisioni per uscire dalla sua condizione.

Violenza sessuale

Secondo l’enciclopedia Treccani, con violenza sessuale s’intende il “delitto commesso da chiunque, con violenza o minaccia o mediante abuso della propria autorità, costringe taluno a compiere o subire atti sessuali”. Questo non riguarda solo il mero atto del rapporto sessuale, ma anche atti corporei rappresentativi di “una manifestazione di concupiscenza sessuale”, quindi dallo stupro agli abusi ad altre forme di contatto fisico di natura sessuale non consensuale e coercitivo. Seppur possa essere una violenza perpetrata su entrambi i sessi, la percentuale di donne soggette a violenza sessuale è nettamente superiore a quella degli uomini.
Tra le tipologie di violenza sulle donne, comunque, risulta essere quella con una percentuale più bassa, attorno al 15,3%. È però da considerare che molte violenze, ancora oggi, non vengono denunciate.

Violenza economica

Quella economica è forse la tipologia di violenza di cui si parla meno, perché con segni meno “evidenti”. Si tratta di una forma che prevede il controllo e il monitoraggio dell’uso del denaro della vittima, che si trova a essere sottoposta a costanti minacce. La violenza economica, infatti, si declina con un controllo finanziario che prevede la privazione delle risorse economiche e la dipendenza economica forzata, per esempio tramite l’impossibilità di accedere a fondi o a un lavoro, il sabotaggio della stabilità economica della persona tramite sfruttamento o indebitamento della stessa, e così via.
Questo comporta che le vittime si sentano dipendenti dalla persona che ha una “superiorità economica” su di loro, e dunque è una forma di controllo indiretto estremamente incisivo sulla loro vita. Si stima che la violenza economica sia subita dal 33,4% delle donne italiane.

Violenza digitale

La dimensione digitale della violenza è piuttosto ampia e disparata, comprendendo tutto quel pezzo di abusi che accadono esclusivamente online e quelli offline che riguardano l’uso della tecnologia. Le forme più comuni sono: la limitazione dell’accesso digitale, ossia quando un partner impedisce o limita l’uso degli apparecchi elettronici e della connessione a Internet per controllare o isolare l’altro; il cyberstalking, ossia il controllo ossessivo dei movimenti online e offline della vittima, e la cyber sorveglianza, cioè la sorveglianza indiretta di ciò che la persona fa sui social, spesso attuata tramite l’installazione di app spia chiamate stalkerware; il cyberbullismo, il bullismo digitale portato avanti per esempio tramite offese verbali, diffamazione o minacce; la diffusione non consensuale di materiale personale o intimo, che può sfociare in revenge porn.