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White Mathilda, un’associazione in lotta per dare voce alle donne

White Mathilda, un'associazione in lotta per dare voce alle donne

Roxana, Arianna, Anna, Emanuela, Gessica Notaro, Hina, Sara e tante altre. Nomi diversi, storie simili; vittime di carnefici che sulla carta non avrebbero dovuto essere tali. Sono tante le donne che nel 2018 ancora sono vittime di episodi di violenza che talvolta si concludono nel peggiore dei modi. La parola femminicidio è entrata nel nostro vocabolario di soppiatto e, senza che ce ne rendessimo conto, è diventato col tempo un termine che si sente spesso, forse troppo.

Nonostante le numerose storie che sentiamo un giorno sì e uno no, quando si arriva a ridosso del 25 novembre, Giornata mondiale contro la violenza sulle donne, l’effetto di questo giorno è effimero come il richiamo di uno squillo di trombe.

Violenza sulle donne
Le scarpette rosse, uno dei simboli della Giornata mondiale contro la violenza sulle donne. L’idea arriva dal progetto “Zapatos Rojos” di un’artista messicana di nome Elina Chauvet, ogni paio di scarpe simboleggia una donna che non c’è più, uccisa per mano di un uomo. Il colore rosso è stato scelto per richiamare le femminilità e l’indipendenza della donna

La criticità emersa dai dati ISTAT

Non solo femminicidio: c’è lo stalking, il mobbing, la discriminazione sul posto di lavoro in caso di maternità, il ricatto e le violenze sessuali, queste ultime subite dal 24,7% delle donne. In più  c’è quella ricerca che ha portato allo sconcertante risultato che 1 uomo su 3 violenterebbe una donna. Situazioni e ricatti vissuti nel silenzio e nella vergogna, perché la vittima arriva persino a pensare che forse è colpa sua e della camicetta troppo trasparente, o di quel rossetto troppo acceso o, come recentemente successo, anche di un tanga, ma non è così.

I dati Istat parlano chiaro: nel 2017 si sono contate 123 donne vittime di un omicidio, nel 2018 sono 102. Secondo il report nel 35,8% dei casi si tratta del partner, nella restante quota percentuale si tratta di una persona comunque vicina alla vittima. L’81% vede il reato avvenire tra le mura domestiche. Nei dati sono riportate anche le percentuali al 2017 di altri reati subiti, come la violenza economica, quel ricatto in cui se il marito violento è l’unico a portare i soldi a casa.

White Mathilda a difesa dei più deboli

Sul territorio nazionale sono tanti i centri anti-violenza, sportelli di ascolto e aiuto per chi trova il coraggio di reagire, denunciare e ricominciare. Tra questi c’è anche White Mathilda, che si occupa proprio della gestione di centri anti-violenza, e di una serie di campagne di sensibilizzazione sul territorio della Lombardia. In occasione della Giornata mondiale contro la violenza sulle donne, The Social Post ha intervistato la presidente di questa associazione, Luisa Oliva.

White Mathilda è nata per sua volontà. Luisa Oliva è una grintosa donna di 72 anni, “una rompi mica da ridere”, si definisce. Siamo nel 2010 subito dopo il d.l. 11/2009 che ha reso lo stalking reato (inserendolo nell’ art. 612-bis del codice penale). Un evento fondamentale dal quale è iniziato tutto, la richiesta al comune di Desio di poter aprire uno sportello anti-stalking, il primo in Italia e poi tutta un’altra serie di centri in altre città. In 7 anni di strada White Mathilda ne ha fatta eccome: nel 2017 si inserisce come centro anti-violenza nella rete Artemide, diventando a tutti gli effetti un punto di riferimento e di sensibilizzazione contro la violenza sulle donne e la violenza di genere.

White Mathilda nasce con lo scopo di aiutare chi ha bisogno, per dar modo a tutte le persone che sono in difficoltà, nell’ambito della violenza di genere, per dare una mano e la possibilità di aiutarle”. Ultimo traguardo, nel 2018, quando viene inaugurato lo sportello di Desio nella sua nuova forma. Il nuovo centro offre un servizio inter-istituzionale che vede la collaborazione volontaria di avvocati e psicologi e può vantare l’appoggio delle forze dell’ordine.

White Mathilda
White Mathilda

White Mathilda, un’associazione in prima linea

L’amore e l’affetto” sono questi gli ingranaggi che permettono all’associazione di muoversi, oltre che ad una comprensione e un sostegno a coloro che vi si rivolgono: “Noi crediamo a queste donne, le aiutiamo e non le giudichiamo”.

Luisa Oliva ha le idee chiare su quale siano le direzioni migliori da seguire, nelle formule emergenza-azione e richiesta-aiuto. “Chiunque può avere un problema; una donna che arriva da noi perché non riesce più ad andare avanti per colpa del marito padrone, ad esempio, è una donna che va presa per mano e aiutata a superare il momento. Farle digerire la situazione e aiutarla prendere una decisione costruttiva per il futuro. Quando invece arriva una situazione d’emergenza anche dal pronto soccorso, allora in quel caso si parla della prima formula. Noi siamo un’associazione che lavora in prima linea”.

Non solo azione diretta sul campo, anche sensibilizzazione

Per coinvolgere i giovani, White Mathilda ha all’attivo una serie di progetti di sensibilizzazione verso i più giovani attraverso incontri con gli studenti, come ad esempio “Il mondo che vorrei”. Un workshop che permette ai ragazzi di usare la musica come strumento per comunicare.

Il mondo che vorrei
Il mondo che vorrei

Da questi incontri a volte emergono situazioni che in altre circostanze non sarebbero emerse. “Un bambino ha raccontato della mamma e del papà e di come la mamma piangesse davanti alle trasmissioni tv perché si rivedeva in quelle storie. Alla fine è venuto fuori che lei non parlava, che voleva denunciare ma non lo faceva per paura, perché? Perché non lavorava, aveva paura perché il marito era l’unico a portare i soldi a casa”. I casi che più affronta White Mathilda sono quelli di violenza domestica; dal genitore che abusa del figlio e viceversa, al padre padrone che abusa della moglie e dei figli.

Non solo il 25 novembre

In questi giorni si parla tanto di numeri, ad esempio i dati che vedono 1 donna uccisa ogni 72 ore, ma “Il 25 di novembre suonano le campane certo, ma ci sono 365 giorni all’anno, ad esempio 22 ottobre o il 14 agosto, che è il periodo in cui impazziscono. Nessuno da peso o considera la storia”. Luisa Oliva è diretta e centra il punto: Tutti quanti, su un tema così, ovvero quello della violenza, possono e devono agire! Prima era in un modo e poi nell’altro, il delitto d’onore o meno, oggi che siamo arrivati a dare il coraggio alle donne di parlare, sarebbe opportuno che tutti gli attori che girano intorno a questo discorso prendano a cuore la realtà perché solo con il sentimento d’amore verso il prossimo tu porti avanti tutto quello che devi fare”.

Se tutti s’impegnassero veramente, con quell’impegno io credo che qualcosa di grande si possa ottenere”. Luisa Oliva non manca di sottolineare l’importanza del sostegno delle istituzioni, “possono fare molto se vogliono farlo, come in tutte le cose. E se la sensibilizzazione con continuità della richiesta, arriva ai vertici, questi ultimi devono avere la volontà ma soprattutto l’obbligo morale di dover agire e aiutare coloro che sono in prima linea, per fargli avere ciò che gli è dovuto”.

 La campagna su WISHRAISER

Wishraiser è una piattaforma di contest benefici, la prima in Europa a permettere a personaggi del mondo dello spettacolo, del web (influencer, blogger…) e dello sport di interagire e fare del bene. Come? Realizzando campagne di raccolta a fondi a favore di associazioni no profit.

Chiunque può sostenere una causa importante partecipando ad un’estrazione in cui in palio c’è una giornata con il proprio idolo. L’ultima campagna in corso di Wishraiser verte a raccogliere fondi per il sostegno a White Mathilda, alla sua lotta contro la violenza sulle donne e la violenza di genere e a sostegno del centro di Desio. Tanti sono stati i personaggi che sono intervenuti prestando il loro volto e la loro presenza in campagne passate; tra questi ci sono stati Fabio Cannavaro, Bobo Vieri, Alessandra Amoroso, Lele Aidani, Flavio Tranquillo.

Anche quest’anno Wishraiser è scesa in campo e nel farlo ha portato con sé due testimonial D.O.C. Ludovica Pagani e Gordon. Mario Salsano, co-founder e CEO di Wishraiser si è detto doppiamente contento, come si legge sul comunicato stampa, oltre che per la campagna, anche per la presenza di “Un testimonial di genere maschile” per la campagna “L’ambasciatore dell’iniziativa, a dimostrazione del fatto che il problema della violenza sulle donne riguarda l’intera società. Il contributo di Yuri ha fatto sì che questa diventasse un’occasione per ribadire il doveroso impegno nel sensibilizzare e educare al tema, anche e soprattutto, la popolazione maschile”.

Gordon e Ludovica Pagani con Wishraiser per White Mathilda

Sono contenta di poter dare il mio piccolo contributo a una causa così importante e in particolar modo a White Mathilda. La violenza di genere è un tema al quale sono molto sensibile: ho vissuto da vicino un episodio di maltrattamento. Un’esperienza che mi ha reso consapevole di quanto sia fondamentale per una donna, vittima di violenza ricevere del sostegno“.

Ludovica Pagani per wishraiser
Ludovica Pagani per wishraiser

Ha dichiarato Ludovica Pagani influecer tra le più importanti d’Italia, “Il problema della violenza di genere continua ad essere un tema attuale (…) Ritengo che tutte le donne debbano essere educate a essere indipendenti e consapevoli del proprio valore“. I vincitori del contest benefico che vede Ludovica Pagani testimonial avranno la possibilità di assistere ad una partita di Champions League insieme a lei.

Il secondo testimonial della campagna è Gordon, web creator e youtuber seguitissimo da un pubblico prettamente femminile, si è detto entusiasta per essere stato scelto. Da sempre in prima linea per sostenere le “sue” ragazze, lui stesso ha definito il suo ruolo come un “dovere morale” nei loro confronti.

Gordon
Gordon per Wishraiser

Per me è un dovere morale. Essendo io un uomo che viene ascoltato dalle donne e, magari anche dai ragazzi. Visto e considerato che ultimamente la figura della donna non è vista con il dovuto rispetto “.

E sulle parole di Gordon non si può che pensare al lavoro svolto da White Mathilda che lotta proprio per questo. Ma d’altronde l’espressione Nomen Omen in questo caso cade a fagiolo. Il nome Mathilda, dal suono così dolce e delicato arriva da una principessa Maya che ha sacrificato la sua vita per dare voce alle donne e ai più deboli. Il suo nome significa “Forte in battaglia“, che è stato associato al colore bianco (in inglese White). Un colore che racchiude in sé la purezza, la trasparenza, la luce e l’amore celestiale. Il messaggio che racchiude altro non è che un atto d’amore verso il prossimo, in grado di aiutare tutte quelle persone che hanno bisogno di essere aiutate.