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Il caso Claps spiegato bene

Il caso Claps spiegato bene

Tornato recentemente di attualità per il trentesimo anniversario dalla sua scomparsa e grazie a rubriche YouTube di true crime e serie tv come “Per Elisa – Il caso Claps”, in onda su Rai1, l’omicidio di Elisa Claps ha sconvolto completamente l’Italia degli anni ’90, rimanendo indelebile nella memoria collettiva.
Pur dopo 30 anni esatti, molti aspetti del caso rimangono inspiegati ma con questo articolo cercheremo di dare un ordine cronologico alla storia, toccando tutti i punti più importanti.

La scomparsa di Elisa Claps

Tutto inizia il 12 settembre 1993, quando Elisa Claps, una ragazza di 16 anni originaria di Potenza, scompare senza lasciare traccia. La giovane viene vista per l’ultima volta all’interno della Chiesa di San Donato a Potenza in compagnia di un giovane di cinque anni più grande e noto in città per atteggiamenti molto controversi e a tratti preoccupanti.

La mattina di quella domenica Elisa esce di casa per recarsi a una funzione religiosa nella vicina chiesa insieme alla sua amica Angelica, dicendo al fratello, Gildo Claps, che sarebbe rientrata entro le ore 13 per raggiungere la famiglia nella casa di campagna, a Tito. Secondo le testimonianze, la giovane avrebbe in realtà concordato con l’amica in questione di recarsi presso la chiesa della Santissima Trinità, sita nel centro di Potenza, dopo aver incontrato un amico che doveva consegnarle un regalo per festeggiare la promozione agli esami di riparazione. Tuttavia, quando alla porta di casa si presenta proprio la sua amica per chiedere informazioni di Elisa, ha inizio quello che sarà un incubo per Antonio e Filomena Claps, genitori di Elisa, e per tutta la sua famiglia, dando vita a uno dei casi più famosi e umanamente complessi della storia italiana.

Le indagini sulla scomparsa di Elisa Claps

La scomparsa di Elisa Claps avvia ufficialmente un’indagine che si rivela particolarmente complessa per gli investigatori e che a tutt’oggi non è priva di grandissime controversie e dubbi di vario tipo.
La prima sfida per gli inquirenti diventa ricostruire la dinamica di quella mattina, a partire dall’ultima persona vista in compagnia di Elisa: Danilo Restivo. Le testimonianze raccolte inizialmente non rivelano alcun motivo di preoccupazione, e Restivo viene trattato come persona informata dei fatti.

Man mano che le indagini procedono però alcune incongruenze e contraddizioni emergono nelle dichiarazioni di Restivo, gettando dubbi sulla sua versione dei fatti e sui suoi atteggiamenti passati: nel corso delle indagini si scopre che il ragazzo ha precedentemente manifestato nei confronti di altre ragazze atteggiamenti molto ossessivi e inquietanti (quali chiamarle a notte fonda o tagliare loro ciocche di capelli di nascosto) e che sia in possesso di una chiave della soffitta della chiesa in cui Elisa era stata vista per l’ultima volta.

Osteggiate prima di tutto dal parroco della chiesa, Don Mimi Sabia, in stretti rapporti con la famiglia Restivo e che non permette mai agli inquirenti libero accesso all’edificio, le indagini incontrano una serie di impedimenti tali da non giungere per moltissimi anni né a un colpevole certo, né al ritrovamento del corpo di Elisa, la cui famiglia è ormai certa essere stata assassinata da Danilo Restivo.

Danilo Restivo e la vita a Londra

Danilo Restivo, il principale sospettato nella scomparsa di Elisa Claps, è un personaggio sfuggente e inquietante, cresciuto sotto la protezione della propria famiglia che più volte ne copre gli atteggiamenti a dir poco ambigui.

Fin da piccolo Danilo mostra instabilità, atteggiamenti allarmanti e morbosi, fino ad avere degli episodi violenti con altri suoi coetanei che però non arriveranno mai a denunciarlo, anche grazie al tempestivo intervento del padre Maurizio Restivo.

Trasferitosi a Londra, si sposa con Fiamma Basile Giannini, una donna di tredici anni più grande e che a tutti gli effetti si prende cura di lui.

È proprio in Inghilterra, a Bournemouth che nel 2002 il nome di Danilo torna in auge sulle prime pagine dei giornali, locali e italiani, in quanto vicino di casa di Heather Barnett. La donna, infatti, viene trovata brutalmente assassinata in casa dai suoi figli di ritorno da scuola e Danilo Restivo è interrogato e sospettato dalla polizia inglese per una serie di incongruenze senza che però si trovino in un primo momento delle prove schiaccianti della sua colpevolezza o di un suo possibile coinvolgimento nell’omicidio.

La scoperta del corpo e la chiusura delle indagini

È il 17 marzo 2010, ben diciassette anni dopo la sparizione, quando il corso della giustizia nel caso di Elisa Claps riprende il via.

Nella chiesa potentina della Santissima Trinità (la stessa dove Elisa si era recata il giorno della scomparsa), nella stanza del sottotetto, mai ispezionata a causa delle opposizioni del parroco Don Mimi, vengono ritrovati i resti di Elisa Claps, sommariamente occultati.

Quel che rimane del cadavere viene scoperto per caso da alcuni operai durante lavori di ristrutturazione per infiltrazioni d’acqua dal tetto, che risulta danneggiato esattamente in corrispondenza del corpo di Elisa. Oltre ai resti umani, vengono ritrovati anche un orologio, gli occhiali, gli orecchini, i sandali e quel che restava dei vestiti della giovane.

L’autopsia rivela che Elisa è stata uccisa da ben 13 colpi di arma da taglio, probabilmente un coltello, e che il suo corpo non è mai stato spostato dal luogo del ritrovamento. È impossibile tuttavia fissare una data esatta della morte a causa degli anni trascorsi. Tracce di DNA riconducono chiaramente l’omicidio a Danilo Restivo.

L’8 novembre del 2011 inizia il processo a Danilo Restivo che si conclude una condanna a 30 anni di reclusione (il massimo della pena a causa dell’archiviazione di molti altri reati nel corso degli anni) da scontare in prigione in Inghilterra, dove nel frattempo è arrestato e successivamente condannato all’ergastolo per l’omicidio di Heather Barnett già il 30 giugno 2011.


Nel 2002, prima ancora che i resti di Elisa siano ritrovati, per desiderio di suo fratello, Gildo Claps, nasce l’Associazione Penelope in sostegno dei parenti e degli amici delle persone scomparse.

Il caso Elisa Claps rappresenta un capitolo oscuro e controverso nella storia criminale italiana con l’implicazione di numerosi personaggi che nel tempo avrebbero favorito e coperto l’omicidio in modo totalmente consapevole.


Quel che è certo è che il Caso Claps ha segnato la storia italiana, e internazionale, in maniera netta, lasciando un segno indelebile nelle persone e nelle famiglie coinvolte nel corso dei decenni.

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