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Luisa Spagnoli: biografia di una imprenditrice fra cioccolato e moda

cioccolato glamour in penombra

Se conosci Luisa Spagnoli solo come un noto marchio di moda, ci sono ancora molte cose che dovresti sapere: scoprile subito!

Luisa Spagnoli è stata un’imprenditrice visionaria che ha lasciato un segno indelebile nell’industria italiana. Nata con il cognome Sargentini a Perugia, il 30 ottobre 1877, Luisa è conosciuta per aver ispirato la creazione del Bacio Perugina, cioccolatino simbolo di San Valentino e tuttora amato in tutto il mondo. Ma la sua eredità non è solo questa: ha fondato una catena di negozi d’abbigliamento che continua a portare il suo nome, sinonimo di eleganza e qualità, diventando realmente celebre proprio con tale iniziativa. Luisa ha saputo coniugare innovazione e tradizione, dimostrando che l’imprenditoria al femminile può essere una forza potente e capace di cambiare realmente le cose. Il suo spirito intraprendente e la dedizione sono un esempio capace di guidare tutte le donne che aspirano a realizzare i propri sogni e a lasciare un’impronta rilevante nel proprio campo.

Chi era l’amante di Luisa Spagnoli?

Dietro la figura di Luisa Spagnoli, celebre imprenditrice italiana che fondò anziende di successo, si celò una storia d’amore intensa e riservata. Nata in una famiglia modesta, Luisa sposò giovanissima Annibale Spagnoli, con cui iniziò a produrre confetti. Dopo il ritiro del marito dall’azienda nel 1922, Luisa s’innamorò di Giovanni Buitoni, figlio del suo socio in affari Francesco. Pochi sono i ricordi e le testimonianze di questa relazione giunti fino a noi, ma era chiaro che tra Luisa e Giovanni vi fosse un legame profondo, seppur vissuto con discrezione. Mai andati a vivere insieme, la loro storia d’amore non ostacolò l’ascesa di Luisa come figura centrale nella Perugina che, sotto la sua guida, è diventò una manifattura con oltre cento dipendenti. Un esempio di forza e passione che ha segnato un’epoca.

Luisa Spagnoli e la Perugina

Luisa fu co-fondatrice della Perugina, ditta che nacque come laboratorio artigianale specializzato nella produzione e lavorazione del cioccolato. Figura magnetica e sapiente, a lei venne dedicato il celebre “fondente Luisa“, per cui l’azienda si è sempre distinta, fino alla creazione del Bacio Perugina. Secondo una storia che sa di leggenda, la famosa pralina nacque proprio dall’ingegno di Luisa Spagnoli: riutilizzando i frammenti di nocciola scartati durante la lavorazione dei dolci creò un bonbon dalla forma irregolare, inizialmente chiamato Cazzotto per la sua somiglianza a un pugno chiuso. Giovanni Buitoni, amministratore delegato della Perugina, intuì che questo nome non era adatto per un cioccolatino da regalare e lo ribattezzò Bacio. Negli anni ’30 comparvero i primi cartigli ispirati, secondo una versione romantica della vicenda, dai messaggi segreti che Luisa inviava a Giovanni avvolgendoli attorno ai cioccolatini. Federico Seneca, direttore artistico dell’azienda, trasformò questi messaggi nell’emblema del romanticismo. Ancora oggi, il Bacio Perugina racchiude tra l’incarto argentato un messaggio d’amore in diverse lingue, tramandando una tradizione che sa di mito e dolcezza.

L’impatto nella vita aziendale della Spagnoli, tuttavia, riesce ad avere valenze ancora più significative: oltre a creare il cioccolatino degli innamorati, Luisa promosse strutture sociali innovative per i dipendenti, come l’asilo nido dello stabilimento di Fontivegge. Negli anni ’30, il figlio Aldo rivoluzionò la pubblicità con una campagna legata alla trasmissione radiofonica “I quattro moschettieri”.

Che tipo di lana ha creato Luisa Spagnoli?

Terminata la Prima guerra mondiale, Luisa Spagnoli intraprese una nuova avventura imprenditoriale: l’allevamento di conigli d’Angora. Questi animali, dolcemente pettinati per ricavare lana senza bisogno di tosarli o ucciderli, diventano il cuore dell’azienda Angora Spagnoli, fondata nel sobborgo perugino di Santa Lucia. La qualità eccezionale dei prodotti, come scialli e boleri, ottenne un forte riscontro alla Fiera di Milano, spingendo Luisa a intensificare gli sforzi.

La lana d’angora pettinata, così, iniziò a essere spedita da Perugia grazie al lavoro di 8000 allevatori. Purtroppo Luisa non riuscirà a vivere abbastanza per vedere l’apice del successo della sua impresa: le venne diagnosticato un tumore alla gola e trascorse gli ultimi giorni a Parigi, assistita dal fedele Giovanni Buitoni. In seguito, il figlio Mario porterà avanti la visione della madre. Negli anni ’40 l’azienda continuò a dimostrare il suo impegno sociale, donando ai dipendenti indumenti e lana, quindi offrendo loro servizi come piscine, casette a schiera, asili nido e attività ricreative.

L’industria e le boutique

Dopo la morte di Luisa Spagnoli, il figlio Mario elevò l’azienda da artigianale a industriale, introducendo nel 1942 due innovazioni brevettate: un pettine per raccogliere la lana dai conigli d’Angora e una pinza per tatuarli, rendendoli riconoscibili.

Nel 1947 Mario fondò la “Città dell’angora”, una sorta di utopia industriale autosufficiente con tanto di strutture assistenziali e ricreative integrate. Negli anni ’60, creò il parco giochi “Città della Domenica”, ancora oggi una popolare meta turistica. Con suo figlio Annibale, detto Lino, l’azienda ampliò ulteriormente la produzione, aprendo le famose boutique Luisa Spagnoli e gli outlet, in Italia e nel mondo.

All’inizio degli anni ’50 l’azienda partecipò a una storica sfilata nella Sala Bianca di Palazzo Pitti a Firenze, insieme a prestigiose case di moda come Emilio Pucci e Roberto Capucci. Questo evento fu raccontato dalla giovane Oriana Fallaci per il settimanale Epoca, segnando un importante momento nella storia produttiva del Paese: la nascita del Made in Italy.

Se hai letto fino a questo punto, non puoi che essere rimasta affascinata dalle numerose evoluzioni avvenute nella vita di Luisa Spagnoli, una donna il cui esempio può motivare anche te!

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