Pittrice, ma anche icona di indipendenza, rivoluzione, forza di volontà e femminismo: la vita di Frida Kahlo è stata costellata da episodi tragici, gli stessi però l’hanno resa una delle figure più note e importanti del Novecento, consacrandola nell’immaginario comune contemporaneo.
La travagliata vita di Frida Kahlo
Nata il 6 luglio 1907 a Coyoacán, in Messico, Magdalena Carmen Frida Kahlo y Calderón sin dall’infanzia manifestò una personalità molto forte, nonostante fosse affetta da spina bifida e per questo bullizzata. I suoi genitori erano di origini tedesche, spagnole e amerinde, e per questo inizialmente studiò in una scuola tedesca, passando poi alla Escuela Nacional Preparatoria per diventare medico. Qui, entrò nel gruppo studentesco de Los Cachuchas, sostenitori del socialismo nazionale, dove conobbe Alejandro Gomez Arias, di cui si innamorò. In quegli anni inizio anche a dipingere per divertimento, usando i suoi compagni come soggetti.
Il 17 settembre 1925 un incidente segnò la sua vita: Frida Kahlo finì vittima di un incidente stradale tra un autobus e un tram, fratturandosi diverse ossa del corpo, tra cui colonna vertebrale, femore, costole, gamba sinistra, osso pelvico. La convalescenza a letto la portò a leggere libri sul comunismo e a dipingere, partendo dagli autoritratti: iniziò così la carriera da pittrice di Frida. Dall’incidente non riuscì mai a riprendersi del tutto.
Nel 1953 le fu poi amputata la gamba destra per un’infezione. Morì l’anno seguente, il 13 luglio, per un’embolia polmonare.
Il matrimonio, la militanza, i tradimenti
Poco tempo dopo l’incidente, la pittrice incontrò di nuovo Diego Rivera, anch’egli pittore, già incontrato nel 1922. Rivera rimase colpito dallo stile di Frida e i due iniziarono anche a frequentarsi, per poi sposarsi nel 1929. Intanto, l’artista inserì la giovane donna nella scena politica e culturale messicana, in particolare nel Partito Comunista messicano. I due si trasferirono presto negli Stati Uniti.
Il matrimonio con Rivera non fu dei più sereni, considerati i numerosi tradimenti da lui perpetrati, che portarono anche a un iniziale divorzio nel 1939 (per poi ricongiungersi dopo un anno). Questo permise però a Frida di avere diversi amanti di ambo i sessi, anche con nomi di rilievo come Lev Trockij, André Breton e Tina Modotti. Purtroppo, a causa delle sue condizioni fisiche, non riuscì mai ad avere figli.
La relazione con Rivera fu comunque una delle più scandalose dell’epoca, soprattutto per i rapporti che Frida intratteneva con altre persone – e che documentava in un diario.
L’arte di Frida Kahlo
Se l’incidente le portò conseguenze fisiche e psicologiche che difficilmente superò nella sua vita, fece però anche iniziare la carriera di una delle artiste più rilevanti del Novecento. Fu proprio a letto che Frida Kahlo, armata di un supporto e uno specchio, cominciò a dipingere. Il tema dell’autoritratto, così ricorrente nella sua produzione, prese il via proprio in quel periodo, quando si ritrovava sola con se stessa a dover affrontare i dolori fisici ed emotivi.
Si trattava di quadri di piccole dimensioni, dove Frida dipingeva quasi ossessivamente il rapporto con il suo corpo martoriato dall’incidente. Nei suoi ritratti, infatti, raffigurava spesso gli aspetti drammatici della sua vita; ben presto i suoi dipinti inclusero la figura di un bambino, sua rappresentazione. A elementi “reali” accostava altri fantastici od oggetti all’apparenza incongruenti, riportando anche figure del folklore messicano e quindi difendendo la sua identità e cultura.
Frida Kahlo veniva considerata un’artista naïf, vista la mancanza di una formazione tradizionale, e nei suoi dipinti si possono scorgere modalità affini a quelle del realismo magico, del surrealismo e del muralismo. La vastità di temi affrontati – il suo stato interiore, le questioni di genere, l’identità culturale e il postcoloniasmo – e il suo approccio originale l’hanno portata ad altissimi livelli di notorietà internazionale.
La pittrice a questo proposito dichiarò nel 1953 al Time Magazine: “Pensavano che anche io fossi una surrealista, ma non lo sono mai stata. Ho sempre dipinto la mia realtà, non i miei sogni”.
L’impatto di Frida Kahlo
La vita le ha spezzato la colonna vertebrale, le ha tolto la possibilità di avere figli, le ha dato una relazione all’epoca quasi insostenibile, l’ha fatta sentire figlia di una rivoluzione, le ha donato il talento. Per questi e tanti altri motivi Frida Kahlo è diventata, nell’immaginario comune, un punto di riferimento come modello di forza e indipendenza, di resilienza e autenticità. Una figura chiave per la rottura degli stereotipi di genere e per la promozione dell’empowerment femminile. Frida ha sofferto dolori inspiegabili che l’hanno portata a una vita di rinunce, di nevrosi; eppure, l’artista è sempre rimasta fedele a se stessa, ha rappresentato il suo corpo e la sua emotività nella maniera più trasparente possibile, con immediatezza, crudità, mettendosi sempre in discussione. Con la sua arte, ha sfidato la società maschilista, capitalista e postcolonialista del tempo, insegnando invece quanto potere possa esserci in una donna che sceglie solo di essere quello che è, senza filtri.
Celebre e rappresentativa è la frase con cui Vogue, alla fine degli anni Trenta, la definì: parlò di “un nastro intorno a una bomba”.
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